ARMANDO CATRANA RACCONTA IL BRASILE AL TELEFONO

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FAMIGLIA SALESIANA 

“Ieri, al telefono, mi ha aggiornato sulla situazione attuale. Ogni giorno, prima del blocco da Covid, ad orari prefissati (alle 8, alle 12, alle 17,30, ed alle 22) portano al Centro professionale, e poi riportano a casa, circa 420 persone tra ragazzi ed adulti. Sono gli abitanti di un nuovo Borgo sorto a circa 18 chilometri dal Centro, messo dalla Municipalità a disposizione degli occupanti di alcune Favelas. Tutte queste persone, ancora una volta, possono usufruire ogni giorno di un pasto e dei Corsi di formazione. Non potendo più portare avanti neppure la attività di Oratorio Ambulante presso il nuovo Borgo, “presentemente”, come dice lui, si limita a preparare e far recapitare a quelle stesse famiglie pacchi contenenti generi di prima necessità sia alimentari che sanitari”. Avv. Alberto Stafficci (18 settembre 2020)

Armando nasce a Perugia, nel rione di Porta S. Angelo il 9 Agosto 1938, ultimo di sette figli. Papà Alessandro e mamma Aurelia lo accolgono all’interno di una famiglia profondamente cristiana. A sei anni, insieme ai fratelli, comincia a respirare l’atmosfera dell’Oratorio salesiano del Penna Ricci, che permeerà poi l’intera sua vita, dove incontra ed è amato da salesiani di vaglia: don Caria, don Ruggeri, don Santoro e don Ceccarelli. Riprende gli studi alla scuola serale per conciliarli con l’impegno di apprendista, si diploma e vince incredibilmente il concorso da dipendente della Cassa di risparmio di Perugia. Nel frattempo si era impegnato fattivamente in diversi contesti: dirigente della Azione Cattolica, atleta primatista nella marcia, miglior istruttore di educazione fisica nel Corso di vigilanza Aeronautica Militare, promotore ed organizzatore delle prime Olimpiadi Salesiane a Perugia.

Intanto cresce la urgenza vocazionale che lo macera dentro e nel 1962, in maniera (in apparenza) del tutto irrazionale, si dimette dalla Banca ed inizia il Noviziato presso il Centro Salesiano di Lavunio (Roma). Conosciuta con una missione della Operazione Mato Grosso la realtà di totale miseria materiale e spirituale degli abitanti e, sopratutto dei giovani, della periferia di Poxoreo, nel Giugno 1969 chiede ed ottiene di essere di nuovo inviato tra quella gente.

Dopo un periodo di Oratorio itinerante durante il quale avvicina bambini e ragazzi spesso senza famiglia che sopravvivono nelle bidonville tra spaccio e prostituzione, con l’aiuto della comunità salesiana presente nella zona, nel 1972 riesce a realizzare il Centro giovanile dove può finalmente accogliere centinaia di giovani, ai quali assicura un pasto materiale ed un approccio di tipo spirituale. Deve quindi lasciare Poxoreo, comandato dai Superiori a promuovere altre iniziative in altre parti di quello sconfinato territorio, ma vi fa ritorno nove anni dopo riprendendo il filo dei rapporti con quei giovani e cominciando la costruzione del Centro Professionale che assicurerà nel tempo un posto di lavoro a tante migliaia di ragazzi.

A questa iniziativa parteciperanno, anche concretamente, gli amici di Perugia, che intanto si sono costituiti in gruppo operativo, soprattutto grazie all’impegno, tra gli altri, del carissimo Franco (alias Gismondo ) Saccocccini.

Nel 2002 il Sindaco di Perugia lo iscrive, per i suoi specialissimi meriti, nell’Albo d’Oro, massima onorificenza cittadina.

L’Obbedienza lo toglie ancora da Poxoreo per inviarlo più a Sud, nella cittadina di Tres Lagoas, dove un villaggio prefabbricato lasciato dagli operai che vi avevano costruito una diga, era stato occupato dai più poveri tra gli ultimi, diventando un ricettacolo di violenza e degrado dove si aggiravano senza alcuna prospettiva altre centinaia di giovani. Anche qui, con l’aiuto delle Autorità locali e del Gruppo Amici di Armando di Perugia,  realizza prima il Centro Giovanile e poi la Scuola Professionale: in queste realtà, prima che la pandemia da Coronavirus bloccasse ogni attività, migliaia e migliaia di giovani hanno ricevuto pasti caldi, insegnamenti indispensabili per poi trovare un lavoro, affetto e calore umano. Con l’età sono aumentati gli acciacchi, ai quali non ritiene però di dover attribuire una qualche seria attenzione. (a cura dell’Avv. Stafficci)