“VI VOGLIO FELICI”
Testimonianza di Dario Crisopulli, Incaricato della struttura sportiva, che compie oggi 40 anni
A 6 anni… fu subito amore
Mi chiamo Dario e nasco a Perugia il 17 ottobre 1980, terzo di quattro figli.
Una domenica mattina, nel lontano 1986, dopo essere stato a messa con la mia famiglia a Case Bruciate, mio padre mi porta al don Bosco a vedere la struttura sportiva per un eventuale iscrizione alla scuola calcio. Devo dire che fu subito amore! Da quel giorno i miei pomeriggi li impegno negli allenamenti e nel vivere l’oratorio. Passo tutte le categorie fino ad arrivare in prima squadra (terza categoria) e a circa 16 anni, l’allenatore della squadra dei piccoli mi chiede se lo aiuto con i ragazzini della sua squadra. Da questa esperienza ho iniziato uno stretto contatto con i ragazzi e circa tre anni dopo mi viene affidata con grande gioia, una squadretta di ragazzini tra i 7 e gli 8 anni.
I ricordi che fanno gioire il cuore
Le emozioni più belle le ho vissute durante i campi estivi con i Salesiani ad Ussita. Ad Ussita durante l’estate, si andava con le squadre a fare il ritiro e lì incontravamo anche le squadre del basket sempre del don Bosco. Intanto cresco e all’età di 18-19 anni invece di fare il militare decido di fare l’obiettore di coscienza e lo faccio proprio al don Bosco. Durante questa esperienza, in oratorio, si organizzavano gite, tornei, partite a ping-pong ma soprattutto si parlava e i ragazzi si fidavano di me, ero uno di loro.
Le amicizie più belle?
Sono nate amicizie vere in questi anni con ragazzi e con altri istruttori ma l’amicizia più vera, quella che mi ha fatto crescere dentro, è stata con Daniele Ricco che quando ero ragazzino, faceva parte dello staff allenatori della mia squadra. Dopo essere stato suo “allievo”, siamo diventati amici, amici veri! Ora lui per me c’è sempre! Lui sa tutto di me, più dei miei fratelli, siamo rimasti molto uniti. Sono diventato amico anche dei ragazzi universitari che alloggiano all’Istituto, in particolar modo di Vito Tamborrino che per me è diventato come un fratellino. Persona seria e responsabile.
Che cosa mi ha insegnato don Bosco?
Pensando a Don Bosco mi colpisce ancora la complicità che aveva saputo instaurare con i ragazzi, come si rapportava con loro, la forza che aveva per tenerli il pomeriggio all’oratorio e la sua frase storica “Vi voglio felici”. Ma soprattutto il bene che voleva a tutti. Per me è stato un idolo, un esempio di santità da custodire nel cuore.
La cosa che mi è rimasta più nel cuore è molto semplice, è una frase che mi disse un giorno un genitore di un ragazzino: “Grazie per quello che fai per i nostri figli”! Questo vale più di tutto anche se quello che faccio non l’ho appreso dai libri ma è una cosa spontanea, nata dall’amore per don Bosco. Ricordi che fanno gioire il cuore.
Cosa faccio oggi?
Crescendo ho iniziato a far parte della dirigenza fino ad oggi che sono diventato il responsabile della struttura. Struttura ormai molto moderna e rinnovata grazie all’attuale Presidente Lanfranco Papa e a tutti i Salesiani che negli ultimi 15 anni si sono impegnati per far in modo che i ragazzi avessero spazi idonei per praticare sport e frequentare l’oratorio.
Un consiglio da dare ai giovani?
Ascoltate sempre chi vi parla, ascoltate e abbiate rispetto per tutto e tutti. Senza rispetto non si va avanti. E come diceva don Bosco “Vi voglio felici. Sempre!”. Forza don Bosco!
Le emozioni più belle le ho vissute durante i campi estivi con i Salesiani ad Ussita. Ad Ussita durante l’estate, si andava con le squadre a fare il ritiro e lì incontravamo anche le squadre del basket sempre del don Bosco. Intanto cresco e all’età di 18-19 anni invece di fare il militare decido di fare l’obiettore di coscienza e lo faccio proprio al don Bosco. Durante questa esperienza, in oratorio, si organizzavano gite, tornei, partite a ping-pong ma soprattutto si parlava e i ragazzi si fidavano di me, ero uno di loro.
Le amicizie più belle?
Sono nate amicizie vere in questi anni con ragazzi e con altri istruttori ma l’amicizia più vera, quella che mi ha fatto crescere dentro, è stata con Daniele Ricco che quando ero ragazzino, faceva parte dello staff allenatori della mia squadra. Dopo essere stato suo “allievo”, siamo diventati amici, amici veri! Ora lui per me c’è sempre! Lui sa tutto di me, più dei miei fratelli, siamo rimasti molto uniti. Sono diventato amico anche dei ragazzi universitari che alloggiano all’Istituto, in particolar modo di Vito Tamborrino che per me è diventato come un fratellino. Persona seria e responsabile.
Che cosa mi ha insegnato don Bosco?
Pensando a Don Bosco mi colpisce ancora la complicità che aveva saputo instaurare con i ragazzi, come si rapportava con loro, la forza che aveva per tenerli il pomeriggio all’oratorio e la sua frase storica “Vi voglio felici”. Ma soprattutto il bene che voleva a tutti. Per me è stato un idolo, un esempio di santità da custodire nel cuore.
La cosa che mi è rimasta più nel cuore è molto semplice, è una frase che mi disse un giorno un genitore di un ragazzino: “Grazie per quello che fai per i nostri figli”! Questo vale più di tutto anche se quello che faccio non l’ho appreso dai libri ma è una cosa spontanea, nata dall’amore per don Bosco. Ricordi che fanno gioire il cuore.
Cosa faccio oggi?
Crescendo ho iniziato a far parte della dirigenza fino ad oggi che sono diventato il responsabile della struttura. Struttura ormai molto moderna e rinnovata grazie all’attuale Presidente Lanfranco Papa e a tutti i Salesiani che negli ultimi 15 anni si sono impegnati per far in modo che i ragazzi avessero spazi idonei per praticare sport e frequentare l’oratorio.
Un consiglio da dare ai giovani?
Ascoltate sempre chi vi parla, ascoltate e abbiate rispetto per tutto e tutti. Senza rispetto non si va avanti. E come diceva don Bosco “Vi voglio felici. Sempre!”. Forza don Bosco!
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Grazie Dario per la tua testimonianza e auguri carissimi da tutti noi!