SACERDOTI COREANI STUDENTI DELLA LINGUA ITALIANA

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LA COMUNITÀ SALESIANA

In questo periodo la comunità salesiana di Perugia ospita alcuni sacerdoti diocesani della Corea del Sud. Nella foto, da sinistra, sono: Stefano, Paolo, Giovanni, Louis, Pietro, Mattia, Paolo. In seguito riportiamo una breve intervista a Paolo (2° da sinistra), nostro ospite già da alcuni mesi.

Come ti chiami?
Mi chiamo Paolo Lee Minhò. “Minhò” significa giada lucida.

Perché hai deciso di diventare sacerdote?
Sono nato in una famiglia cattolica e praticante. Quando ero bambino nel mio paese non esisteva la chiesa parrocchiale e noi pregavamo nella nostra casa insieme ad altre famiglie. Ricordo che mia nonna pregava sempre il rosario.

Un giorno, quando ero adolescente, ho partecipato ad un campo scuola vocazionale dove ho incontrato alcuni sacerdoti e seminaristi. Ho visto che loro erano molto gioiosi e felici. Ho continuato a partecipare al cammino vocazionale. Alla fine delle superiori ho deciso di entrare in seminario. Sono diventato sacerdote nel 2012. Nel 2016, il mio vescovo mi ha chiesto di fare il cappellano militare in quanto ogni Diocesi deve inviare uno o due sacerdoti per questo servizio che io ho svolto per tre anni.

Quale è la situazione della Chiesa nella Corea del Sud?
La religione predominante è il Buddismo. Soltanto il 10% della popolazione è cattolica. Nella mia Diocesi siamo un centinaio di sacerdoti. Lavoriamo principalmente nelle parrocchie ma anche con i poveri nei centri Caritas ed altri centri sociali.

Perché ti trovi in Italia e cosa farai in futuro?
Il mio vescovo mi ha mandato in Italia per studiare teologia dogmatica all’Università Gregoriana di Roma. Finiti gli studi non so ancora cosa farò. Penso che continuerò a fare il parroco oppure lavorerò nella Curia vescovile.

Come ti trovi a Perugia?
Perugia mi piace molto perché è una città tranquilla. Mi piace il verde, la natura e anche il clima. Mi piace la vicinanza da Assisi. Ci vado ogni tanto perché lì sento una grande pace.

E il cibo italiano?
Buonissimo! C’è una varietà di cibi. Soprattutto i vari tipi di pasta. Il gelato italiano poi è davvero speciale.

Quale è la parte più difficile della lingua italiana?
Sono iscritto all’Università per Stranieri. L’italiano l’ho sempre trovato difficile, soprattutto la grammatica. Ciò nonostante mi sembra che sia più facile del tedesco. Mi piace molto la pronuncia italiana. Ascolto volentieri la musica italiana che mi piace tantissimo. Il mio gruppo preferito è il Divo.

Come prete diocesano come trovi la vita di comunità?
Prima di arrivare in Italia ero stato cappellano militare. In caserma, finito il mio dovere quotidiano di cappellano, passavo molto tempo da solo. Adesso invece questa comunità mi sta aiutando molto. Credo che se fossi da solo mi sentirei più come uno studente, invece così mi sento pienamente sacerdote. Il sacerdote ha bisogno di comunità, di fraternità, di pregare insieme ad altri.

Qual è il tuo sogno per il futuro?
Prima di tutto finire gli studi a Roma e tornare subito in Corea. Questo perché mi mancano molto i fedeli della mia parrocchia. Il mio sogno è continuare a fare il parroco in quanto mi trovo a mio agio nell’essere il loro pastore.

Alla Comunità salesiana di Perugia vorrei dire grazie dell’ospitalità. Siete una bella famiglia, una comunità piccola e molto fraterna.