La storia della chiesa
La chiesa di San Prospero, lunga, stretta ed alta, è una delle più antiche di Perugia, collocata lungo uno stretto crinale che sale ripido alla città nel borgo di porta Eburnea che si protende qui con un vistoso sperone. Risale con buone probabilità all’VIII secolo. A metà del Mille venne costruita la cappella laterale, tra il 1570 e il 1575 il piano superiore come abitazione, abbassando così dagli 11 metri l’altezza della basilichetta. Nel corso della sua storia ha subito numerose trasformazioni tanto che l’esterno appare oggi più come un edificio civile che come una chiesa. Cadde in abbandono sino ad essere usata come fienile, così fu trovata da don Ettore Ricci nel 1905 e così restò per anni.
Nel 1923 vi fu ricollocato il Ciborio dal Museo civico dell’Università. Restaurata dal Lions Club nel 1975/6 e nel 1983/84, ebbe l’attuale sistemazione nel 2003/4 con intervento della Regione Umbria. La riscoperta degli affreschi è dovuta allo studioso don Ettore Ricci nel 1905 ma la chiesa è stata restaurata e riaperta al pubblico solo nel 1923. Il restauro e consolidamento strutturale del 2004 è particolarmente visibile nella facciata per i tiranti di acciaio con chiavi esterne. La porticina laterale immette al piano superiore adibito a sala multimediale per incontri e conferenze.
L'interno
L’interno si presenta con una stretta navata in fondo alla quale campeggia il magnifico ciborio sovrastante l’altare, sostenuto da quattro colonnine e con bassorilievi sulle facciate. Ai lati erano cortine e veli e dal centro pendeva una colomba d’argento e oro come tabernacolo.
Si può datare all’VIII secolo, di gusto longobardo, ed è uno dei pochi esemplari, forse il più bel monumento eucaristico di Perugia. Si notino sul davanti due pavoni che si cibano di grappoli d’uva, simbolo della bellezza dell’anima immortale, Sopra, due specchi rovesciati, segno di rifiuto della vanità. A sinistra una volpe che, fuggendo, si volge indietro (segno della falsità dell’eresia messa in fuga dall’Eucaristia). Nel frontone rimontato per errore a destra le colombe, simbolo dello Spirito Santo.
Dietro, una nicchia con la statua di marmo policromo di san Prospero in abiti vescovili (dello stile di Arnolfo, fine 1200). Un tempo forse era l’entrata della primitiva chiesa, mentre l’attuale facciata era un’abside. Molti i materiali riutilizzati di origine romana ed etrusca (sulla facciata il coperchio triangolare di un’urna cineraria; sulla parete laterale destra una croce).
Cappella degli affreschi
A destra della navata si apre una cappella con rarissimi affreschi, coperti di calce sino al 1910 con una scritta sopra l’arco d’ingresso che li data al 1225, al tempo del papa Onorio III e di Federico (II) imperatore. Sono i più antichi conosciuti finora a Perugia che abbiano la firma dell’autore, Bonamico, noto solo da queste pitture, un po’ semplici ma efficaci. Costituiscono un documento di grandissima importanza per la storia dell’arte. L’iscrizione, dipinta anch’essa a fresco, situata al di sopra dell’arco di ingresso della Cappella, recita così, nella traduzione:
“Nel nome del Signore. Amen. Nell’anno del Signore MCCXXV, indizione XIII al tempo di Messer Onorio papa terzo e di Messer Federico Imperatore questo lavoro fu fatto al tempo di don Ranaldo prete di S. Prospero, nel mese di Ottobre. Io Bonamico P. feci”.
Sulla volta: sono rappresentati nella fascia superiore sopra la scritta gli apostoli: da sinistra Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni, Filippo, Mattia, Tommaso, Matteo, Giacomo il minore, Bartolomeo, Simone, Giuda Taddeo.
In mezzo a destra: monache benedettine e un devoto (forse il presbitero Ranaldo) che onora il martire francescano Giovanni da Perugia.
Di fronte in alto: alcuni profeti (da sinistra Osea, Gioele, Sofonia, Daniele, Abdia, Giona, Michea).
Sulle pareti, su due livelli, quattro sante (la Maddalena, coperta dai suoi capelli, S. Brigida d’Irlanda, S. Margherita e S. Illuminata), San Prospero, vescovo di Reggio Emilia, con i suoi fedeli. Si intravedono poi l’Arcangelo Michele e Lucifero con la parabola del ricco Epulone e di Lazzaro.
Nel registro inferiore le immagini sono molto deteriorate ma restano i nomi dei santi tra cui S. Nicola vescovo di Mira (Turchia) e patrono di Bari, S. Leonardo (patrono dei prigionieri), S. Benedetto, S. Silvestro papa e le martiri S. Caterina di Alessandria e S. Lucia.
Sui lati brevi troviamo, sotto un angelo, il co-patrono di Perugia S. Ercolano (vescovo e martire ai tempi di Totila, la più antica sua immagine) e S. Giovanni Battista. Altre figure sono andate perdute o restano solo i nomi.
Nella parete sinistra della chiesa i resti di un’Annunciazione con la Madonna in piedi e s. Antonio Abate.
La statua di Maria Ausiliatrice
All’interno della chiesa si trova la venerata statua di Maria Ausiliatrice. Il 29 aprile 2017, su disposizione del vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, la statua della Beata Vergine fu trasferita dalla cappella del Penna Ricci in Borgo Sant’Angelo (storica sede dei Salesiani giunti a Perugia nel 1922) alla chiesa di San Prospero, «per essere conservata e venerata». Nel lontano 1949 un cronista descrisse così la Statua: “La Madonnina Ausiliatrice dei salesiani di Porta S. Angelo è tanto azzurra come certi fantastici fondi di mare: come se tutto l’anno fosse venerata e profumata di incenso da tutti i marinai scomparsi tra i flutti; come se fosse chiusa dentro una basilica d’argento nella costellazione dei coralli e delle perle. Regina del sole e dei pianeti, è il cuore più che la fantasia a fissarla nell’infinità azzurrità del mare altrettanto puro come il cielo” (Franco Angelini, 1949).